Il Cristo Esoterico – I Due Bambini Gesù

“Molti e molti anni fa un certo Nataniele incontrò il Cristo per la prima volta.
Stiamo parlando di un grande iniziato ai misteri egiziani dei Sette Gradi (Corvo, Occultista, Lottatore, Leone, Persiano, Eroe, Solare), e al quinto grado ovvero colui che si svestiva mediante un sacrificio della sua personalità per accogliere in sé l’Essere del suo popolo.

I due uomini si guardarono e ognuno vide nell’anima dell’altro, incominciarono a parlare nel linguaggio segreto dell’anima che solo i grandi maestri conoscevano.
Nataniele ebbe la certezza di avere davanti a sé il Maestro del Sapere che tutto abbraccia, poiché soltanto un tale Maestro arrivava a leggere i segreti occulti nell’anima altrui, solo un uomo che ha la conoscenza profonda dell’umanità può penetrare nei tempi.”

Parlare del Cristo Esoterico, significa imbattersi nel profondo dell’Essenza, in quella parte oscura dove si rivela l’ampiezza e la profondità che ispira riverenza, dal profumo di anima, dalle parole delicate e dal colore di santità.

Entrare nell’energia Cristica è un percorso di sacrificio, in cui il pensiero si inchina di fronte allo sviluppo dell’anima, dove credenze, tabù e morale vengono sottomesse per un bene più grande: chi è schiavo di se stesso non comprende le questioni più ampie della storia spirituale.

“Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite” (Marco 10:13-16).

Chi poteva essere preparato per essere il compagno di Cristo, se non colui che ritorna alla purezza, all’ascolto dell’anima, al riappropriarsi della propria verità interiore, a comprendere il grande presente, a considerare che la morte non esiste ma che la vita è un susseguirsi di correnti contemporanee, dove abitiamo livelli di coscienza multipli.

Chi sono i Bambini, se non coloro che giocano con la vita, abbracciano i sogni, navigano nel telaio dell’anima, che non conoscono il tempo ma una infinita eternità? e quindi, chi era preparato per essere il compagno di giochi di Cristo?

I Due Bambini Gesù

“Al principio della nostra era viveva in Betlemme una coppia di sposi: Giuseppe e Maria. Un’altra coppia di nome eguale viveva in Nazareth. Entrambe ebbero un figlio che chiamarono Gesù. Del bambino dei coniugi di Betlemme, che è un discendente di Re Salomone, tratta il Vangelo di Matteo; dell’altro, i cui genitori abitavano in Nazareth e che discende dalla linea sacerdotale di Natan, ci parla il Vangelo di Luca.

Nel fanciullo salomonico era incarnata un’alta individualità, che attraverso molte reincarnazioni era riuscita ad elevarsi fino al sommo gradino cui potesse giungere un uomo di quel tempo, e che fra le altre aveva agito anche nella figura di Zaratustra quale guida della cultura persiana antica.

Nel fanciullo natanico invece era incarnato un Essere che non aveva ancora attraversato alcuna incarnazione umana, in possesso ancora di tutta la purezza e sapienza divina propria all’uomo prima che egli si impigliasse nelle cupidigie e nella colpa, ma che d’altro lato era estranea al sapere terreno, poiché non aveva potuto accogliere esperienze terrene.

Il Gesù salomonico si sottrasse alla strage degli innocenti di Betlemme mediante la fuga in Egitto dei genitori, che più tardi fecero ritorno in Palestina ma presero domicilio a Nazareth.
Il Gesù natanico nacque a Betlemme durante un viaggio dei genitori in questa città per il censimento, ma in epoca in cui aveva già avuto luogo la strage degli innocenti. I genitori del Gesù natanico, dopo la sua nascita fecero ritorno in patria.
Allorché più tardi anche i genitori del fanciullo salomonico si stabilirono a Nazareth, i due ragazzini crebbero frequentandosi tra loro.

Ci viene detto altresì che i due fanciulli erano di disposizioni molto diverse: il bambino dotato di grande intelligenza e ingegno era quello salomonico; di bontà e amore eccezionali ma di indole piuttosto sognatrice e poco volta al pratico, quello natanico.

Nel dodicesimo anno, dunque all’epoca della pubertà, che in Oriente è più precoce, l’Io del fanciullo salomonico lasciò le proprie spoglie corporee e si unì col natanico, il quale ora portava in sé il primiero Io di Zaratustra e quella Entità spirituale che non aveva percorso incarnazioni terrene e non aveva neppure il carattere ben definito di un’egoità.
Questo processo avvenne durante la nota scena nel Tempio di Gerusalemme a Pasqua.
Dopo che l’Io di Zaratustra ebbe abbandonato il corpo del fanciullo salomonico, costui languì e venne a mancare ben presto.

Da quell’epoca in avanti, dunque, abbiamo a che fare con un unico Bambino Gesù, il quale ora riuniva in sé la sapienza terrena con la facoltà divina dell’Amore.
Questo Gesù continuò a svilupparsi fino al suo trentesimo anno. Giunto a questo punto Egli rappresentava in sé un essere che si distingueva da tutti gli uomini e li sorpassava per la sua altissima perfezione; che però non era un Dio ma in tutta la sua natura era un uomo.

Ed ora si compie il grande sacrificio, senso e ragione di questa evoluzione straordinaria: nel trentesimo anno l’Io di Zaratustra abbandona di spontanea volontà le proprie spoglie corporee e il Cristo, lo stesso Dio, ne prende possesso onde compiere durante tre anni la sua immensa missione di redenzione umana.
Il battesimo nel Giordano segna il punto in cui il Dio, il Cristo, discende entro il corpo di Gesù.”

(Tratto da Adolf Arenson i Due Bambini Gesù)

Il racconto dei due Bambini Gesù è molto nota nelle scuole occulte: ”…allorché i Due saranno Uno, e l’esterno pari all’interno e il Maschile col Femminile…”, ovvero l’Io cosciente di Gesù Salomonico con la parte feconda del Bambino natanico.

L’entità divina del Cristo poté rivestirsi solo con un involucro provvidenzialmente preparato a tale fine. Perciò il corpo in cui il Cristo penetra (al momento del battesimo da parte di Giovanni) è stato sviluppato e abitato prima da un’anima interamente pura e infantile, e poi da uno spirito della più alta saggezza, quale fu lo Zaratustra reincarnato, uno Zaratustra molto più antico di quello storico.

Chi era Zaratustra?

Secondo Rudolf Steiner, Zarathustra era uno studente del Grande Avatar Manu, il leader spirituale del Tempio Atlantideo del Mistero del Sole, nella Città di Manu nel Centro di Iniziazione del Mistero dell’Asia Centrale intorno al 7000 a.C.
Zarathustra è un iniziato umano pieno della saggezza di un Bodhisattva dotato di una visione angelica ottenuta attraverso le sue numerose incarnazioni.

Zarathustra, o Zoroastro, guidò l’antica cultura persiana dal 5067 aC fino al 2907 aC attraverso l’età dei Gemelli sviluppando il corpo eterico umano; il moderno zoroastrismo è un tardo derivato di questa antica cultura persiana che conosciamo solo attraverso i documenti esistenti.

Zarathustra, era il capo principale dell’epoca persiana antica, scrisse i Gatha, lo Zend Avesta e gli oracoli caldei, si racconta che agì attraverso il corpo astrale di Hermes, guidò la cultura egiziana, scrisse le leggi, i rituali del tempio, il dogma della religione, le costruzioni e altri aspetti della cultura e della religione egiziana.

Zarathustra agì attraverso il corpo eterico di Mosè, guidò il popolo ebraico come suo santo profeta insieme a suo fratello Aronne sommo sacerdote.
Mosè creò i primi cinque libri dell’Antico Testamento.

Poi si incarnò nuovamente in Gesù di Gerusalemme (Gesù del Vangelo di Matteo) predetto dalla stella dei magi che portò gli astrologi persiani a Gerusalemme per salutare il Re dei re.

L’antica Persia di Zarathustra è alquanto difficile da immaginare per il pensatore moderno, vivere in una cultura guidata da un essere semi-divino che parla direttamente con le forze della natura e può governarle è davvero straordinario.

Questo tipo di comunicazione diretta con gli esseri superiori era tipico di tutte le culture della terra in quel momento. Lo sciamano, o re-sacerdote, creò una città divina che rifletteva la natura divina così come l’architettura dei templi rifletteva la comprensione dei cieli e delle gerarchie superiori che incarnavano quei regni spirituali attivi.
“Come in alto, così in basso” era il principio guida dei Misteri egizi dove i segreti della natura giacevano nascosti dietro i veli di Iside, la dea della natura e della saggezza.

“L’ammissione che siano vissuti l’uno accanto all’altro due bambini Gesù, uno della linea natanica (Lc 3,31) e uno della linea salomonica (Mt 1,6) fino al momento in cui l’io di Zaratustra del fanciullo salomonico trapassa nel fanciullo natanico per far posto più tardi, col battesimo, all’entità del Cristo, è certo un’ammissione singolare che a prima vista appare strana, significa che poté essere portatore dell’entità Cristo solamente un essere umano che fosse contemporaneamente del tutto bambino e compiutamente sapiente”. (Cristian Geyer)

La storia e il mito si confondono quando si cerca di comprendere le fonti dell’antica ispirazione persiana. Zarathustra incombe come un demagogo e guida il popolo persiano per migliaia di anni attraverso l’Era dei Gemelli, e il Cristo guida il popolo nell’era dei Pesci.

“Io sono un io solo per me;
per ogni altro sono un tu,
ed ogni altro è per me un tu.”

Questa frase è tanto semplice quanto straordinaria, perché in tutto il campo del linguaggio, vi è una sola parola che per la sua essenza si distingue da tutte le altre, l’Io, appunto, che ha senso, solo quando un essere l’adopera per indicare se stesso negli altri.

In questo periodo natalizio così magico e potente, possiamo entrare nelle energie cristiche esoteriche, attraverso le 13 Notti Sante – Percorso Esoterico.

Navigando nelle 13 Notti Sante, ci addentreremo nell’ombra, nel sogno, attraverseremo il velo del mondo fisico e spirituale del Cristo Esoterico, percorreremo a ritroso la costellazione partendo con la prima notte con il Capricorno arrivando alla dodicesima notte del Sagittario e concludendo con la tredicesima notte del Portale del Sole Spirituale.

Con infinito amore

Carla 

Per info: www.storiadiunapoesia.it/shop

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