Io le vivo spesso le settimane strane, quelle in cui non ne combino una giusta, va tutto storto, faccio un disastro dopo l’altro e…
E… sto bene lo stesso!
C’è un punto all’altezza del diaframma dove si sente quella sensazione sgradevole, quasi dolorosa, hai presente?
Sono sicura che sai di cosa parlo, quando siamo preoccupati o in ansia è il punto che sembra bloccare qualcosa, il respiro cambia, diventa corto e irregolare.
I pensieri, poi, ne dicono di ogni… e sono anche fantasiosi nel raccontare balle!
I pensieri, poi, ne dicono di ogni… e sono anche fantasiosi nel raccontare balle!
Ecco, quando accade, e a me accade spesso, si tende a cercare distrazioni.
All’improvviso diventa assolutamente necessario lavare le tende, ritinteggiare, spostare il mobilio, fare gli straordinari al lavoro, eccetera.
L’ho sempre fatto anch’io, ed è un modo per non sentire quella sensazione davvero fastidiosa e dolorosa alla bocca dello stomaco, e non è reflusso gastrico, lo diventerà (forse) se continuiamo a ignorare questa sensazione.
All’improvviso diventa assolutamente necessario lavare le tende, ritinteggiare, spostare il mobilio, fare gli straordinari al lavoro, eccetera.
L’ho sempre fatto anch’io, ed è un modo per non sentire quella sensazione davvero fastidiosa e dolorosa alla bocca dello stomaco, e non è reflusso gastrico, lo diventerà (forse) se continuiamo a ignorare questa sensazione.
Un giorno mi sono stufata, ho preso il quaderno e ho scritto a questo malessere così: “Ma che cacchio vuoi?”
Beh, non ti sto a tediare con tutto quello che scrissi ma fu davvero sorprendente.
Era un dolore, un senso di fallimento, una paura che stava semplicemente bussando alla porta metaforica che c’è proprio in quel punto del nostro corpo, per poter fluire continuando il suo percorso di rilascio.
Ma quella è una porta davvero complicata perché, aprendola, smetteremo di rimanere attaccati alla falsa idea che abbiamo di noi stessi. E perdere questa idea sulla nostra presunta identità fa troppa paura e allora la teniamo stretta, proprio in quel punto all’altezza del diaframma.
Eppure, se apriamo quella “porta” che non è altro che una contrazione, quel dolore potrà essere assorbito dal cuore e disgregarsi fino a sparire.
E una parte di noi con lui, e questo fa paurissima.
Come si apre la porta?
Come si rilassa la contrazione?
Prendi il quaderno e scrivi a questo dolore come ho fatto io, chiedendogli: che cacchio vuoi?
Dopodiché vai di meditazione!
Ti consiglio la Nadabrahma Meditation di Osho, questa è la meditazione che apre la mia porta del cuore, e sono sicura che ti aiuterà tantissimo.
Clicca il link e leggi le istruzioni per questa meditazione
Ogni volta che sembra un disastro e diventa difficile, prendi la penna e scrivi, ne leggerai delle belle!
E dopo la meditazione ti accorgerai che sì, è vero, va tutto storto ma stai bene lo stesso.
Non aspettare di vivere una vita perfetta per essere felice, sii felice adesso e la vita sarà perfetta…
Con amore
Enrica di Scrittura Senza Censura
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