Dal grembo materno al mondo,
dal mondo alla natura,
dalla natura alla società.
L’ambiente naturale rappresenta uno stimolo fondamentale per lo sviluppo dei nostri bambini, in quanto favorisce una più profonda e partecipe conoscenza di sé stessi, degli altri e del mondo circostante.
I nostri piccoli, grazie al rapporto con la natura, possono riconoscere il loro senso di esistere, in stretta connessione alla bellezza, all’ordine ed all’armonia, per così sviluppare un senso di pienezza, di compiutezza e di sicurezza nella partecipazione all’esistenza dell’universo che li accompagnerà per tutta la loro vita.
In questo saggio, Marianna Carignola, oltre ad esporre i più luminosi concetti del “crescere naturale” (espresso da Rousseau, Illich, Montessori, Don Milani, Zavalloni, Fukuoka,…), invita il lettore a rendere vivo questo splendido pensare, fornendo anche suggerimenti concreti e riportando i migliori progetti già attivi in Italia a cui potersi ispirare da un punto di vista squisitamente pratico.
Il progetto che scalda il cuore potrebbe essere un asilo nel bosco, un orto didattico o un vero e proprio agriasilo (un nido ospitato all’interno di un’azienda agricola). Ognuna di queste attività porta comunque al centro la grande modernità dell’attività agricola nella società contemporanea, dove si avverte in modo sempre più forte la necessità di ricostruire un rapporto con il mondo reale soggetto dell’educare e non oggetto dell’educazione.
Creato da Gianfranco Zavalloni, pioniere nell’esperienza degli orti didattici
1. DIRITTO ALL’OZIO
A vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti, non curriculato e informatizzato.
È indispensabile per gli adulti comprendere che il tempo per l’ozio – cioè per il non far niente di programmato ma da trascorrere insieme agli amici – è inderogabile per i bambini poiché esso permette lo sviluppo della socialità, attributo originario dell’uomo in quanto “animale sociale”. Dalla socialità, cioè dal bisogno dell’altro come termine di relazione, si passa alla socievolezza, cioè allo sviluppo della capacità di stare insieme agli altri.
I bambini e le bambine hanno bisogno di scoprire da soli quelle che sono le regole dello stare insieme, del giocare nello stesso luogo. Solo così facendo potranno maturare e interiorizzare le regole fondamentali della convivenza.
2. DIRITTO A SPORCARSI
A giocare con la sabbia, la terra, le foglie, l’erba, i sassi, l’acqua, i rametti – al di là di ogni “adulto” apparire. Il richiamo genitoriale dello “Stai attento, non ti sporcare” è una preoccupazione più nostra che dei bambini. Nel gioco all’aria aperta il margine dello sporcarsi è alto e ovviamente esso implica anche un margine di poca igienicità.
Ma la paura della mancata igiene è il deterrente che spesso grava sull’attività ludica.
Ciò conduce il bambino ad un giocare che è sempre pensato come “giocherebbe un adulto”, cioè senza sporcarsi.
Tuttavia, ciò è lontano dal sentire del bambino il quale, a buona ragione, afferma: “Se mi sporco, poi mi lavo”.
3. DIRITTO AGLI ODORI
A percepire il gusto degli odori e a riconoscere i profumi offerti dalla natura. L’annullamento della capacità olfattiva è uno dei segni più visibili della nostra società, in cui gli odori vengono spesso coperti dai profumi. La distinzione fra odore e profumo è fondamentale e il bambino dovrebbe essere educato a percepire sia gli uni che gli altri. L’odore è qualcosa di spontaneo,unico e autentico.
Le sensazioni che passano dal naso arrivano direttamente al cervello e mettono in moto non solo una serie di emozioni ma si vanno a depositare nella famosa memoria del corpo che rimarrà sempre nel bambino.
4. DIRITTO AL DIALOGO
Diritto ad ascoltare e poter prendere la parola, dialogare ed interloquire.
È il diritto più squisitamente umano – oltre che dell’infanzia: il diritto ad ascoltare e a parlare. Spesso esso viene messo a tacere dalla televisione (cattiva maestra, per usare un’espressione dei filosofo Karl Popper) il cui primato eccelle su ogni altra forma di comunicazione.
Così negli unici momenti di ritrovo della famiglia, piuttosto che parlarsi per narrarsi le proprie esperienze si lascia parlare la tv e si diventa ascoltatori della tv e non di chi ci è intorno. L’autentica dimensione dialogica che di fonda in primis sull’ascolto chiama in causa anche il parlare dei bambini che hanno sempre molto da dire (forse sono gli adulti che non hanno molto tempo/volontà di ascoltare ciò che viene giudicato interessante dal punto di vista dei più piccoli).
La parola non è solo strumento di narrazione ma è anche strumento di pensiero perché veicola il senso (oltre che il significato) di ciò che essa narra.
Questo è ciò a cui i bambini non possono e non devono rinunciare.
5. DIRITTO ALL’USO DELLE MANI
A piantare chiodi, segare e raspare il legno, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare le corde, accendere un fuoco.
Questo diritto è quanto di più disatteso dalla società contemporanea poiché non è richiesto il saper utilizzare le mani – forse alla luce di un pregiudizio di natura sociale per il quale solo colui che non può comperare un qualcosa di già preparato e fatto deve saper utilizzare le mani per poter fare ciò di cui ha bisogno.
In realtà la prerogativa del saper utilizzare le mani è quanto di più significativo possa esserci per lo sviluppo della personalità poiché è dal saper fare che nasce il saper comprendere – ciò che ho fatto, ciò di cui ho bisogno, ciò che compro, ciò che mi serve.
6. DIRITTO A UN BUON INIZIO
A mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura.
7. DIRITTO ALLA STRADA
A giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade.
È un diritto che pone in essere un’interrogazione e una riflessione anche sullo spazio urbano che va ripensato a dimensione di bambino e delle sue necessità.
La strada non è più luogo di aggregazione ma di separazione (se si pensa che fino a prima dell’avvento del boom automobilistico i bambini potevano scendere in strada a giocare è facile intuire che essa fosse lo spazio deputato per eccellenza all’aggregazione), non è vissuta come un luogo della città che mi appartiene di diritto, ma come un luogo in cui devo sentirmi un intruso perché le strade sono delle macchine e non delle persone.
8. DIRITTO AL SELVAGGIO
A costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi.
9. DIRITTO AL SILENZIO
Ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il germogliare dell’acqua. È il diritto più bello perché nel silenzio la sensibilità del bambino partecipa all’armonia del creato e ne scopre le caratteristiche.
10. DIRITTO ALLE SFUMATURE
A vedere sorgere il sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle.
Introduzione
Capitolo 1: Il rapporto del bambino con la natura
Capitolo 2: Il Manifesto dei Diritti Naturali dei Bambini
Capitolo 3: Educare nella Natura
Capitolo 4: Aprire un Agriasilo
Capitolo 5: L’Agriasilo e il Bioregionalismo
Capitolo 6: Progetti Attivi in Italia
Conclusione
Bibliografia
Formato: 14,80 x 21 cm in Brossura
Pagine: 88
Prezzo: 10.00€
ISBN: 9791280041128
ATTENZIONE: Spedizione con il Corriere Espresso GLS. Consegna in 24-48 ore.
ADESSO la Spedizione è GRATIS!
Marianna Carignola
Marianna Carignola si occupa da diversi anni di crescita personale e spirituale, grazie alla pratica di diverse discipline olistiche, ma nutrendo sempre una particolare attenzione al mondo dell’infanzia.
Interrogandosi su come educare nel modo migliore il suo primo figlio, ricerca attivamente una pedagogia in grado di mettere davvero al centro il bambino, con i suoi bisogni e il suo essere nella sua totalità, anche in stretto contatto con l’ambiente naturale.
Diventa così socia fondatrice di una scuola Waldorf in Provincia di Pisa chiamata Violaciocca, la quale oltre ad avere alla base gli insegnamenti di Rudolf Steiner integra una forte propensione all’educazione in natura.
Si augura che questo libro possa contribuire a creare nuovi progetti e collaborazioni che oggi più che mai trovano il loro senso d’esistere.
Edizioni Unsolocielo è la spontanea evoluzione del blog naturagiusta.it
In particolare, la linea editoriale è dedicata alla Dea, al Sacro Femminile. A quella Saggezza del Cuore in grado di nutrire, stimolare ed elevare la nostra Consapevolezza.
In questo momento, infatti, riteniamo che il passo evolutivo più importante che si pone di fronte all’umanità sia molto chiaro:
Riequilibrare lo sviluppo scientifico e la “conoscenza del fuori”, di tipo maschile, con una altrettanto sviluppata “consapevolezza del dentro”, di tipo femminile.
Il Risveglio della Dea, essenzialmente rappresenta proprio questo indispensabile e necessario passo in avanti che dobbiamo compiere prima come singoli individui e poi come società.
Intendiamo lavorare al servizio proprio di questo cambio di percezione interiore, contribuendo, nel nostro piccolo, a diffondere i concetti ed i valori del “Sacro Femminile” ed, in linea generale, la concezione olistica della vita.
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